mercoledì 20 novembre 2013

Sputnik crisis: comincia la corsa allo spazio


Un francobollo sovietico del 1972 celebra il lancio dello Sputnik.
Il lancio dello Sputnik, il 4 di ottobre del 1957, catapultava l'umanità nell'era spaziale. Con quel tentativo un po' improvvisato - per di più nato soprattutto da difficoltà nel rispettare l'originaria tabella di marcia - i progettisti dell'ufficio tecnico OKB-1 conquistarono all'Unione Sovietica le prime pagine di tutti i giornali della Terra. I Sovietici stessi avevano sottostimato gli esiti del loro esperimento. Lo Sputnik dava l'innesco alla corsa allo spazio: da quel momento i due sistemi si sarebbero affrontati in una sfida scientifica e propagandistica senza precedenti.



L'America di Eisenhower di fronte al record sovietico


Nel 1957 il lancio di un satellite era nell'aria. Gli Americani avevano già anticipato che ne avrebbero lanciato uno per compiere ricerche scientifiche nell'ambito dell'Anno Geofisico Internazionale. Ma con lo Sputnik i Sovietici li battevano clamorosamente sul tempo: era l'inizio di quella che sarebbe stata chiamata la Sputnik crisis.

Eisenhower provò a minimizzare la portata dell'accaduto. Da un certo punto di vista la Casa Bianca non era troppo dispiaciuta dal fatto che i Sovietici si fossero presi la briga e i rischi del primo lancio, perché così si sarebbero anche presi carico dei problemi giuridici e politici che ne sarebbero sorti. Lo Sputnik sorvolava il territorio di stati sovrani che avrebbero potuto protestare per una violazione del loro "spazio aereo": ne sarebbero conseguiti fastidi non da poco. Ma nessuno protestò: lo stupore, evidentemente, fu più forte dei sospetti.

L'opinione pubblica e la stampa erano invece concordi nel ritenere la nazione in pericolo. I Rossi erano capaci di fare qualcosa che nessun altro era in grado di replicare. Un paese agricolo e arretrato, uscito a brandelli dal conflitto più grande della storia, aveva mostrato in modo spettacolare la sua tecnologia missilistica.



I programmi spaziali dopo il lancio del 4 ottobre


Un francobollo delle poste yugoslave mostra l'Explorer e lo Sputnik insieme.
Lo Sputnik e l'Explorer insieme in un
francobollo delle poste Yugoslave.
Per gli Stati Uniti era essenziale ribattere subito e a tono, mostrare che accettavano la sfida sovietica e che erano capaci di rilanciare. Ma il rilancio non andò come previsto. Alla US Navy andò l'onore di aggiudicarsi il primo smacco della corsa allo spazio. Il 6 di dicembre del 1957 venne acceso il motore del vettore Vanguard, che doveva portare in orbita l'omonimo satellite della Marina. Il Vanguard si sollevò di 1,2 m dalla rampa, poi una diminuzione della spinta lo riportò a terra, dove esplose. La stampa, invitata all'evento, demolì la Marina sotto un diluvio di titoli al vetriolo: puffnik, kaputnik, flopnik.

L'America dovette attendere il 31 di gennaio del 1958 per avere in orbita il suo primo satellite, l'Explorer 1 che venne lanciato dal vettore Jupiter-C, un Redstone modificato. Il Redstone era un missile balistico a corto raggio dell'Esercito, progettato sotto la supervisione di Werner von Braun. Il missile della Marina aveva sempre riscosso maggiore attenzione da parte delle autorità, in quanto progettato da Americani, mentre il Redstone era il prodotto di un gruppo di ingegneri tedeschi, collaboratori di von Braun fin dai tempi di Peenemünde. I loro trascorsi nazisti irritavano l'opinione pubblica.

Di fronte a un avversario che poteva occultare i propri fallimenti (almeno fino a un certo punto), gli Stati Uniti saranno costretti a rivedere questa politica di dispersione delle risorse: tre vettori - esisteva anche l'Atlas dell'Aeronautica, non ancora pronto - in mano a tre armi diverse erano troppi, specie se si consideravano i risultati non proprio eclatanti. Il 29 di luglio del 1958 il presidente firmava la legge istitutiva della NASA: un ente pubblico che avocherà a sé le sfide poste dalla corsa allo spazio. Sarà questa concentrazione di risorse a permettere agli Stati Uniti la rimonta e infine la vittoria, con lo sbarco degli astronauti sulla Luna.

Le reazioni del governo sovietico al "colpaccio" dello Sputnik in un certo modo definiscono il quadro dei programmi spaziali per più di un decennio. Il primo ministro Chruščёv, galvanizzato dal successo propagandistico, diventò il grande sostenitore dei lanci spaziali. Satelliti, sonde interplanetarie e cosmonauti divennero per le autorità come un fiore all'occhiello da esibire durante le festività del calendario sovietico o da sbandierare in occasione di eventi internazionali.

Laika, primo cane a compiere un volo orbitale.
Laika prima del lancio.
Questa attitudine inizialmente fu di grande aiuto per l'OKB-1 e per i progetti di Korolëv. Alla lunga però rese sempre più incoerente il programma spaziale sovietico, in quanto dipendente da variabili non tecnologiche e poco prevedibili: i capricci della politica. Questa incoerenza veniva per di più esacerbata dalla lunga assenza di un ente centralizzato come la NASA. Presto altri uffici tecnici e altri progettisti contenderanno all'OKB-1 di Korolëv i favori e le commesse statali, disperdendo risorse e duplicando i progetti.

L'effetto dell'impostazione propagandistica fu subito chiaro per tutti. Lanciato lo Sputnik, il 4 di ottobre, mancava un mese esatto all'anniversario della Rivoluzione. Chruščёv pretese un lancio per quella data, qualcosa che stupisse il mondo: un cane in orbita. A pagare le conseguenze di questo modo di vedere la corsa allo spazio fu una cagnolina conosciuta come Laika, destinata a una missione senza ritorno.


***


Una conseguenza meno triste della crisi dello Sputnik fu un mutamento nell'insegnamento della matematica negli Stati Uniti. Il nuovo approccio, che fu poi abbandonato, si chiamò New Math, nuova matematica. Il video che segue illustra una canzone di Tom Lehrer, professore di matematica, umorista e cantante, che si prende gioco del nuovo approccio alla disciplina imbastendo per il suo pubblico una fulminea lezione sulle sottrazioni. E se sbagliate i calcoli, non vi abbattete: the idea is the important thing!

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