mercoledì 29 ottobre 2014

Cosmonauti perduti: l'opinione di un esperto del Congresso


Ho iniziato alcuni mesi fa a scrivere un libro sul programma lunare sovietico, il tentativo - naufragato - di mandare i cosmonauti sulla Luna e battere ancora una volta gli Americani. Ne ho parlato sul mio blog personale. Tra i molti materiali che sto consultando o rileggendo ci sono anche i rapporti della Science Policy Research Division della Libreria del Congresso, a cura del dottor Charles S. Sheldon, apprezzato esperto di economia e politica dell'URSS, oggi ristampati come Histories of the Soviet / Russian Space Program. Ero a caccia di informazioni lunari (mi piacerebbe inserire nel libro una sezione che parli dei progetti sovietici visti dall'Occidente) e mi sono imbattuto in qualche riga interessante che riguarda i cosmonauti perduti. Mi sono occupato spesso dell'argomento su questo blog così ho pensato di tradurre il pezzo, proveniente dagli Stati Uniti della Guerra fredda, e di inserire qualche nota per completezza. Anche in quei tempi lontani, quando la corsa allo spazio era un argomento sentito, chi aveva i mezzi per valutare la situazione pensava che i cosmonauti perduti fossero solo una leggenda, una storia forse suggestiva, ma priva di fondamento.

[Non sono un traduttore di mestiere, insomma, non sparate al pianista, fa quello che può. Se qualcuno conosce il testo e può correggere la mia versione, si ricordi che là sotto c'è il modulo dei commenti e che alla pagina dei contatti ci sono le mail: correzioni e suggerimenti sono sempre preziosi.]



Decessi di cosmonauti


Questo è il momento giusto per far notare come prima del 1967 in entrambi i paesi non si sia perso alcun equipaggio durante una missione spaziale (1). Noi abbiamo perso diversi uomini per incidenti aeronautici di altra natura (2). Non è dato sapere se i Russi abbiano subito simili incidenti sulla Terra, sebbene un uomo morto per un incidente col paracadute sembri aver avuto qualcosa a che fare con il programma spaziale, ma questo non implica che fosse un cosmonauta (3).

Non è facile dimostrare la falsità delle storie che parlano di numerosi Russi morti in orbita, perché sono storie dure a morire, piene di citazioni di nomi e date. Anche Pen'kovskij, la famosa talpa, fa riferimento a questi incidenti nelle sue memorie che sono state date alle stampe negli Stati Uniti. I funzionari del Governo hanno più volte affermato di fronte al Congresso di non essere a conoscenza di perdite sovietiche in orbita.

Una confutazione logica di queste storie è la seguente. In precedenza a un lancio sovietico pilotato si rilevano sempre dei lanci senza equipaggio, di solito sulla stessa orbita e per la stessa durata del volo pilotato, come precauzione. La voce che parla di un imminente volo pilotato viene diffusa a Mosca prima del lancio e usualmente il cosmonauta viene mostrato dalla TV quando è in orbita. Probabilmente le voci che precedono la missione sono una fuga di notizie causata deliberatamente al fine di aumentare l'attenzione della stampa mondiale una volta che si conferma il lancio.

Coloro che prendono per veri tutti questi decessi di Sovietici in orbita sono costretti a pensare che esista un secondo, e indipendente, programma di voli spaziali con equipaggio. Al contrario del programma visibile, che ha sempre riportato a casa i suoi piloti prima del 1967, il programma segreto collezionerebbe solo fallimenti. Non si capisce per quale motivo i Russi dovrebbero mandare avanti un programma segreto e fallimentare parallelo a quello conosciuto che accumula successi. Non solo: quando accadono questi incidenti, tutti gli strumenti americani che catalogano gli oggetti nello spazio in qualche maniera non rilevano i fallimenti sovietici. Stranamente, invece, dei piccoli e costantemente fortunati gruppi di dilettanti in California, Germania e Italia intercettano messaggi, suoni che paiono una respirazione difficoltosa, lamenti: nessuna stazione ufficiale capta mai niente del genere.

Mentre il programma spaziale russo visibile lavora passo per passo per rodare il vettore e la capsula monoposto, il programma segreto avrebbe lanciato due uomini e una donna e poi li avrebbe abbandonati in orbita per sempre (invisibili...): e, morendo, i cosmonauti avrebbero gridato: "Dite di noi alla Patria. Siamo perduti, siamo perduti." In un altro caso, dal piccolo poligono di Kapustin Jar, nel quale si provano i missili a corto raggio, avrebbero lanciato un missile di prova su una traiettoria verticale e con un uomo a bordo, come abbiamo fatto noi con missili Redstone (4): ma, alla faccia di tutte le leggi fisiche conosciute, la navicella non sarebbe tornata sulla Terra, ma sarebbe entrata in orbita intorno al Sole, dando ai Russi un successo, tenuto segreto, ma stupefacente (5).



(1) Si tratta del colonnello Vladimir Michajlovič Komarov, veterano della missione Voschod 1, morto durante il collaudo della prima Sojuz il 24 di aprile del 1967.
(2) Potete consultare la lista degli astronauti caduti in addestramento sulla pagina che la wikipedia inglese dedica agli incidenti dei programmi spaziali, alla sezione Astronaut fatalities during spaceflight training.
(3) Con tutta probabilità l'autore si riferisce al colonnello Pëtr Ivanovič Dolgov, collaudatore di attrezzature aeronautiche, che collaborò con il programma spaziale e morì durante un lancio con il paracadute, mentre lavorava però ad un altro progetto.
(4) Il missile Redstone è stato il vettore dei primi astronauti americani (Shepard e Grissom), lanciati in volo suborbitale nel 1961.
(5) Sheldon fa riferimento a una delle storie più ridicole. Si tratta di un caso citato anche nelle memorie di Pen'kovskij. Su questo blog c'è un post che tratta diffusamente il punto: Cosmonauti perduti: i lanci suborbitali.

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