mercoledì 28 agosto 2013

R-8: il missile degli intercettori puri


L'ultima versione del missile R-8, lo R-98M
I missili aria-aria R-8 e le loro varianti hanno accompagnato lo sviluppo della difesa aerea sovietica fino alla caduta dell'URSS e armato gli intercettori Suchoj Su-11 e Su-15. Furono ideati dall'ufficio tecnico Bisnovat alla fine degli anni '50: il progetto sbaragliò i concorrenti. Pensati per abbattere i grandi bombardieri strategici occidentali, gli R-8 (Anab per la NATO) erano missili a medio raggio con elevata carica esplosiva, a guida infrarossa o radar semi-attiva.



Un nuovo missile per nuovi intercettori


La necessità di un missile guidato veramente efficace divenne impellente nella seconda metà degli anni '50, mentre si facevano le prove in volo dei nuovi prototipi di intercettori Suchoj e Mikojan-Gurevič. In particolare si trattava di armare aerei ad alte prestazioni come il T-47 (che sarà costruito come Suchoj Su-11) e il Mikojan-Gurevič I-75, che non arrivò oltre lo stadio di prototipo.

Dei vari concorrenti il progetto K-8 dell'ufficio tecnico Bisnovat era l'unico a soddisfare le aspettative espresse dai militari. Era costruito per funzionare in abbinamento al radar Sokol dell'intercettore Jak-27K, mai entrato in produzione in quanto già superato. Il missile K-8 però era promettente e venne chiesto all'OKB Bisnovat di adattarlo ai radar Uragan del MiG I-75 e Oryol del T-47.

Nel 1958 l'ufficio iniziava le prove del missile, che esiti positivi. Nel 1961 entrava in produzione come R-8M per essere immesso in servizio l'anno successivo.



Le versioni del missile R-8


Un Su-11 a terra armato di missili R-8
Un Sukhoi Su-11 con due missili R-8 a guida infrarossa.
R-8M. La prima versione di serie, R-8M, andò ad armare i reggimenti di intercettori Jak-28P e Su-11. Il sistema d'arma completo era costituito dal radar Oryol, dall'intercettore, e da una coppia di missili R-8M: uno a guida infrarossa e l'altro a guida radar semi-attiva. Il sistema d'arma era strettamente integrato con il controllo radar di terra.

Gli R-8M vennero progettati in due varianti con due distinti tipi di guida per minimizzare l'efficacia delle contromisure elettroniche del nemico ed controbilanciare i vari problemi che potevano sorgere nell'uso di missili a guida radar semi-attiva in un periodo in cui le capacità dei radar di ricerca e puntamento dei caccia erano tutt'altro che brillanti. In questo modo, se anche il missile R-8MR a guida radar semi-attiva avesse perso il bersaglio - distratto dagli echi del terreno, per esempio - il suo gemello a ricerca di calore, R-8MT, avrebbe continuato la sua corsa verso il bersaglio *.

Gli echi di terra (ground clutter) rappresentavano un problema considerevole, tanto che lo si doveva "aggirare". L'intercettore doveva posizionarsi a una quota inferiore a quella del suo bersaglio. Il missile non poteva essere usato al sotto dei 5.000 metri di quota! Da questo derivano in buona parte i dati circa le capacità dei missili R-8 di questa prima serie di produzione. Il sistema d'arma poteva ingaggiare bersagli a un'altitudine massima di 23.000 metri la cui velocità non superasse i 1.800 km/h. La portata dell'arma era compresa fra i 2 e i 12 km. Poteva ingaggiare il bersaglio solo in coda.


R8-M1. Il missile dimostrò buone qualità, ma le sue limitazioni erano altrettanto evidenti. Da subito l'ufficio Bisnovat si mise al lavoro per migliorare il prodotto. Il primo risultato, in produzione già nel 1963, era lo R-8M1, sempre nelle due varianti a ricerca di infrarosso e a guida radar-semiattiva. Il sistema di guida migliorato permetteva di tarare il lancio per quote medio-basse o medio-alte e estendeva - seppure di soli 2 km - la gittata. In ogni caso era necessario che l'intercettore stesse a una quota inferiore a quella del bersaglio, e a bassa quota il missile era pressoché inutile. Solo la variante a ricerca di calore poteva agganciare il  bersaglio da ogni direzione - ma la poca sensibilità del sensore sconsigliava una simile manovra. Lo R-8M1 andrà ad armare la prima versione del nuovo intercettore Su-15.


R-98. La variante R-98 rappresenta il vero salto di qualità. Sensori ridisegnati, spolette di prossimità settabili dal pilota nelle modalità per l'attacco frontale o in coda, tutto ciò giovò al sistema d'arma, che acquistava maggiore affidabilità ed efficacia. Per la prima volta era realmente possibile impegnare il bersaglio da qualsiasi direzione. La variante a guida radar semi-attiva poteva agganciare il bersaglio a una distanza di 20 km. In caso di ingaggio frontale la gittata utile era compresa fra i 3 e i 14 km.

Costruito per una variante del Su-15 con nuovo radar Taifun, il missile entrò in servizio nel 1967. Ma la variante dell'intercettore non andò in porto e rimase allo stadio di prototipo.


Un Su-15TM con missili R-98
Un Su-15TM con missili R-98M sospesi sotto le ali.
R-98M a volte noto come R-8M2. Lo R-98M è il punto d'arrivo. Come sempre è presente in due versioni: R-98MR a guida radar semi-attiva e R-98MT a ricerca di calore. Costruito attorno all'ultima versione del suo aereo, il Su-15TM, e al suo radar Taifun-M, lo R-98M poteva ingaggiare bersagli a quote relativamente basse. In inseguimento era possibile colpire bersagli che volavano a 500 m - ingaggiandoli frontalmente era necessario che fossero almeno a 2.000 m. Il pilota poteva adesso tirare il missile a guida radar semi-attiva verso bersagli che volavano a quote di ben 6.000 metri superiori alla sua e a velocità massime comprese fra i 1.800 e i 2.500 km/h. La gittata massima cresceva sensibilmente: 16 km in caso di inseguimento in coda, 24 km in caso di attacco frontale. Il missile a guida infrarossa, che montava lo stesso sensore del missile R-23, conservava la capacità attacco da ogni lato, sebbene limitata. Prodotta dal 1973 al 1978, questa è l'ultima variante del missile R-8 ad aver lasciato la catena di montaggio.


* Anche i successivi sistemi d'arma da intercettazione vennero progettati seguendo questa impostazione: i MiG-23 e 25 sono progettati anch'essi per l'uso missili fabbricati nelle varianti a guida radar semi-attiva e a ricerca di infrarosso. Sarà sempre l'ufficio Bisnovat a progettare i missili per i nuovi velivoli. La prassi della difesa aerea sovietica era di lanciare la coppia di missili in rapida successione sparando per primo quello a ricerca di calore. Questo serviva a evitare il rischio che il suo sensore si agganciasse allo scarico dell'altro missile invece che al bersaglio.



R-8 va alla guerra


Gli aerei che portavano in aria gli R-8 erano intercettori puri, in servizio solo presso la difesa aerea sovietica, aerei che non venivano esportati. Poiché nessun altro paese a parte l'URSS ha avuto in servizio questi aerei e i loro missili è alquanto difficile trovare delle testimonianze del loro utilizzo, specie in situazione di guerra.

Un Su-15TM in volo con missili R-8
Un altro Su-15TM con missili R-98M, questa volta in una
bella foto a colori.
I missili R-8 hanno avuto comunque il loro macabro momento di gloria. La sera del 1 settembre del 1983 un 747 della Korean Air Lines che era in viaggio da New York a Seoul via Anchorage usciva fuori rotta, probabilmente per un errore di programmazione del pilota automatico. La deviazione dalla rotta prevista comportò una doppia violazione dello spazio aereo sovietico. Alla seconda volta un Su-15TM - pilota il maggiore Gennadi Osipovič - intercettò il 747. Da terra venne ordinato di aprire il fuoco e il maggiore lanciò due R-98M. Finì con il 747 inabissato nel mar del Giappone e 269 morti.


Dettagli tecnici. R-98M, Advanced Anab per la NATO.


R-98MR
Dimensioni


  • diametro: 275 mm
  • apertura alare: 1.300 mm
  • lunghezza: 4 m (R-98MT), 4,27 m (R-98MR)
  • peso al lancio: 272 kg (R-98MT), 292 kg (R-98MR)


Prestazioni
  • velocità finale: Mach 2 a 200 m, Mach 3,4 a 18.000 m
  • gittata massima: 16-24 km
  • sistemi di guida: infrarosso (R-98MT), radar semi-attiva (R-98MR)
  • innesco: spoletta radar
  • peso della testata: 40 kg
  • tipo di testata: a frammentazione


Propulsione:
  • razzo a combustibile solido PRD-143 da 13.400 kg di spinta

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