Sergej Nikolaevič Anochin fu un pilota di una certa fama in Unione Sovietica: sapeva portare in aria aeroplani di ogni tipo e alianti; inoltre era anche paracadutista. La sua lunga, onorata e a volte accidentata carriera lo portò, infine, all'OKB-1, un ufficio tecnico responsabile dei lanci spaziali. Lì svolse varie mansioni, in particolare legate all'addestramento, e in seguito raggiunse anche il grado vice-comandante del corpo dei cosmonauti.
Su di lui circola una strana leggenda, che gli fa meritare l'inserimento nella lista dei cosmonauti perduti: si dice che volò fuori dall'atmosfera, ma che il suo volo, per qualche ragione, venne tenuto nascosto. Al programma spaziale lavorò sul serio e per lungo tempo: è possibile che nella leggenda vi sia allora qualcosa di vero?
Anochin: pilota di alianti, paracadutista, collaudatore di aerei...
Sergej Anochin, moscovita della classe di leva 1910, durante la sua vita fece letteralmente ogni genere di lavoro: manovale alle ferrovie, meccanico presso una centrale elettrica, autista di tram, spazzaneve. All'inizio degli anni '30 ottenne il brevetto di pilota per alianti. Stabilì presto degli importanti primati. Il primo di settembre fece il giro del monte Karadağ; il 15 dello stesso mese stabilì il record sovietico di planata: 15 ore e 47 minuti in un unico volo.
Durante la seconda guerra mondiale fu al fronte come pilota di alianti. Nel 1943 venne trasferito all'Istituto di ricerca aeronautica Gromov: lì divenne pilota collaudatore. Due anni dopo, nella data del 17 di maggio, subì un tremendo incidente mentre provava un caccia Jak-3 in alcune manovre rischiose volte a controllare i limiti strutturali del velivolo. Una di queste manovre causò la rottura delle ali. Anochin si lanciò con il paracadute e ne uscì vivo ma gravemente ferito. L'occhio sinistro era perduto.
Anochin non si perse d'animo e riprese ad allenarsi. A dicembre dello stesso anno veniva considerato di nuovo idoneo al volo, nonostante un occhio fuori uso, e riprese il suo mestiere di collaudatore.
Sergej Pavlovič Korolëv. |
Korolëv e Anochin erano amici di vecchia data, uniti dalla passione per il volo a vela. Korolëv aveva bisogno di un pilota esperto presso la sua organizzazione, uno che avesse le competenze necessarie per addestrare i cosmonauti civili (che erano poi ingegneri dell'OKB-1). Il lancio di cosmonauti civili era stato approvato dal governo, ma i militari lo osteggiavano: poiché controllavano il programma di addestramento, oltre che le sue strutture, era per loro facile rallentare l'allenamento dei civili e metterli così fuori gioco. Con Anochin all'OKB-1 il problema si sarebbe risolto. Anochin accettò di buon grado l'offerta. Venne addestrato da cosmonauta egli stesso ed entrò nel gruppo dei papabili per i lanci. Ma alla morte di Korolëv, nel 1966, perse il sostegno dei dirigenti e la sua autorizzazione al volo nello spazio fu revocata.
Rimase comunque nell'ambiente per addestrare gli ingegneri. Divenne addirittura vice-comandante del corpo dei cosmonauti. Alla sua morte, nel 1986, poteva vantarsi di aver pilotato duecento modelli diversi di aereo e di essersi lanciato duecentocinquanta volte con il paracadute.
... e cosmonauta?
Leggendo il libro di Luca Boschini, Il mistero dei cosmonauti perduti, ho scoperto l'esistenza di questo collaudatore che a volte compare negli sterminati elenchi dei cosmonauti perduti. Il suo nome non è uno di quelli più diffusi, anzi, in genere è assente: d'altra parte è morto nel suo letto nel 1986, come cosmonauta perduto lascerebbe un po' a desiderare. Ma si sa che c'è chi non si scompone nemmeno di fronte all'evidenza: la vicenda di Il'jušin è un perfetto esempio.
Riassumo qui di seguito, traendola dal libro di Boschini e incrociandola con poche altre fonti, la storia di Anochin "cosmonauta perduto". Siamo alla metà degli anni '80. Anochin, ormai anziano e malato, rilascia alla stampa un'intervista sulla sua carriera. Fra le altre cose dice, senza darle troppa importanza, di aver pilotato un raketa, un missile.
Qualche tempo dopo, quando ormai Anochin era morto, cominciò a diffondersi la voce che fosse stato un pilota del programma spaziale e che avesse volato in una qualche missione segreta. I sostenitori dell'ipotesi facevano questo ragionamento: Anochin disse di aver volato su un missile, ma non c'è traccia di alcun lancio che lo veda fra gli equipaggi, ergo...
Al di là del fatto che non si capisce per quale motivo si dovesse nascondere il lancio di Anochin, che era vissuto felicemente fino al 1986, quando magari il suo lancio avrebbe potuto conquistare un primato all'Unione Sovietica, quello che meno quadra è l'equazione missile - volo nello spazio.
Il missile KS-1 Kometa, di cui Anochin pilotò un prototipo. |
Si tratta del KS-1 Kometa, per la NATO AS-1 Kennell. Progetto dell'ufficio tecnico Mikojan e Gurevič, il KS-1 era un grosso missile anti-nave con motore a reazione. Anochin collaudò un prototipo di questo ordigno, con l'ordine di controllare il pilota automatico e, in caso di errore, disinserirlo e passare ai comandi manuali.
Anochin era quindi nel vero quando disse di aver pilotato un raketa, un missile: solo che non si tratta del missile immaginato dai fautore della teoria cospirativa, ma di un'arma da guerra.
Anochin fu un uomo di grande tempra e diede al programma spaziale sovietico il contributo della sua vasta esperienza di volo: ma non fu un cosmonauta, tanto meno (per sua fortuna), un cosmonauta perduto.
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