mercoledì 25 febbraio 2015

Luna 15: la corsa contro Apollo 11


La sonda sovietica Luna 15
A differenza dei principali successi delle sonde del programma Luna, la numero 15 è stata una missione piuttosto sfortunata per l'Unione Sovietica.

Oltre a non realizzare affatto l'obiettivo per cui era stata costruita, Luna 15 è diventata il simbolo della sconfitta sovietica nella corsa alla Luna.

Durante il viaggio della sonda verso il nostro satellite Mosca è stata costretta a rendere note agli avversari americani tutte le caratteristiche e la programmazione della missione, un fatto insolito per le procedure estremamente segrete del programma spaziale sovietico.

Il motivo della divulgazione agli occidentali dei dati della missione è dovuto al fatto che contemporaneamente al volo orbitale di Luna 15 sul satellite naturale si stava svolgendo l'evento storico più importante di tutta la corsa allo spazio: lo sbarco degli astronauti americani Neil Armstrong e Buzz Aldrin.

Preoccupati che l'attività della sonda sovietica potesse interferire con il lavoro degli astronauti, la Nasa aveva chiesto immediata collaborazione a Mosca nel fornire tutte le informazioni necessarie riguardo la stazione automatica.

Luna 15 era stata una missione organizzata in tutta fretta con lo scopo preciso di fare allunare una stazione automatica sulla superficie della Luna e riportare sulla Terra i primi campioni di suolo lunare. L'obiettivo specifico era quello di consegnare all'umanità il materiale lunare raccolto da una sonda prima che gli astronauti americani potessero tornare sulla Terra con le rocce seleniche da esaminare.

L'intento ingegnoso della propaganda sovietica era quello di far sembrare sciocca la missione Apollo 11 dimostrando che all'epoca era possibile ottenere i campioni di suolo lunare tramite sonde automatiche senza mettere in pericolo la vita di astronauti che si sarebbero dovuti recare appositamente sulla Luna.

In realtà, la limitatezza della tecnologia automatica dell'epoca aveva già portato gli occidentali a pensare che i sovietici non sarebbero stati in grado di condurre efficacemente a termine la missione.
Per Mosca vi era stato già un tentativo di recuperare materiale lunare il 14 giugno 1969, ma il vettore di lancio della missione in questione non era riuscito a raggiungere lo spazio a seguito della mancata accensione del terzo stadio del razzo vettore.

Il triste epilogo di Luna 15 si concretizzerà in uno schianto sul suolo lunare proprio mentre gli astronauti Armstrong e Aldrin si apprestavano a ritornare sulla Terra con 22 kg di rocce lunari.



Caratteristiche tecniche


La sonda era stata lanciata dal cosmodromo di Bajkonur il 13 luglio 1969.

Luna 15 era un modello E-8-5; le sue caratteristiche ne facevano un veicolo talmente pesante che, per ottenere capacità maggiori di carico, il razzo vettore Proton era stato sottoposto ad accurate modifiche, e per risparmiare al massimo sul peso del carburante era stata scelta una traiettoria più lunga verso la Luna.

Dopo il classico parcheggio in orbita terrestre la sonda era stata fatta proseguire verso la Luna dove, prima di effettuare l'allunaggio morbido, avrebbe dovuto svolgere dei rilievi fotografici della superficie studiando il campo gravitazionale e le rocce lunari.

Il 17 luglio Luna 15 aveva raggiunto il satellite naturale immettendosi in orbita senza problemi.
Dopo 52 orbite e 86 sessioni di comunicazione con il centro di controllo a terra, la sonda iniziò le operazioni di discesa sulla superficie lunare il 21 luglio, proprio quando gli astronauti americani di Apollo 11 avevano terminato la prima “passeggiata lunare”.

Sfortunatamente per la sonda sovietica le trasmissioni erano cessate appena quattro minuti dopo l'inizio delle manovre di allunaggio facendola inevitabilmente schiantare al suolo distruggendola.



La missione


Una foto lunare con un astronauta americano di fronte alla bandiera.
La missione Luna 15 era stata approvata con estrema rapidità per cercare di guadagnare risalto sulla missione Apollo 11. Tra i membri del Politbjuro vi era anche la speranza che, se gli astronauti dello sbarco avessero fallito, l'impresa della sonda sovietica sarebbe stata un successo ancora più grande.


Siccome Luna 15 ripercorreva la stessa traiettoria in orbita lunare della missione Apollo 8, la sonda si era inizialmente rivelata un satellite di disturbo delle comunicazioni americane. Gli addetti della NASA avevano infatti manifestato le proprie lamentele perché la presenza di questa stazione automatica avrebbe potuto causare degli scontri con la capsula di Apollo 11.

Per gestire le manovre di sbarco Luna 15 dovette inoltre improvvisamente cambiare rotta. In questa occasione il celebre osservatorio britannico di Jodrell Bank si era immediatamente accorto, monitorando il percorso di Luna 15, che i parametri orbitali comunicati dai sovietici non erano compatibili con il percorso della sonda, e si era pensato che Mosca stesse mentendo sul reale intento della missione.

Proprio mentre il modulo lunare americano si apprestava a toccare il suolo selenico, attorno alla Luna si avvicinava Luna 15, lanciata tre giorni prima della navetta americana con il tentativo di offuscare, almeno in parte, la missione americana.

Grazie ai bollettini continuamente diramati da Jodrell Bank la stampa occidentale seguiva l'andamento della missione di Luna 15, che tuttavia continuava a rimanere un mistero.

Anche gli Stati Uniti, allarmati dall'ambiguità della missione della sonda, avevano incominciato a monitorarne gli spostamenti con l'aiuto del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America (NORAD).

La sonda era stata infine bollata come “innocua ma inopportuna” anche se le ipotesi sulla sua esistenza spaziavano dall'attività di spionaggio a quelle di disturbo volontario ad Apollo 11.

Sebbene l'Unione Sovietica avesse rassicurato gli americani che non ci sarebbero state interferenze tra le due missioni in corso, vi era il rischio di creare problemi alle trasmissioni radio di Apollo 11, decisive nel momento dello sbarco.

Le comunicazioni divulgate da Mosca erano state sporadiche e in larga parte incomplete. Gli occidentali, per sapere cosa stessero facendo i sovietici con Luna 15, avevano dovuto affidarsi all'osservatorio di Jodrell Bank che continuava a monitorare con efficacia la sonda.

Nel frattempo gli astronauti americani avevano richiesto di continuo rassicurazioni in merito alla situazione, mentre Luna 15 continuava a viaggiare in direzione della Luna.



Le comunicazioni tra Mosca e Washington


Durante l'avvicinamento di Luna 15 al satellite naturale la diplomazia americana aveva chiesto in più di un'occasione garanzie al governo sovietico.

In particolare Frank Borman, l'astronauta della missione Apollo 8 svolta nel dicembre del 1968, aveva ottenuto per collegamento telefonico specifiche rassicurazioni dal presidente dell'Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica Mstislav Keldyš.

All'epoca Borman era appena tornato da un viaggio in Unione Sovietica, dove negli anni passati aveva avuto occasione di conoscere alcuni dirigenti dell'astronautica sovietica.

Gli americani volevano la certezza che gli astronauti di Apollo 11 non sarebbero stati ostacolati dalla misteriosa macchina sovietica durante le operazioni delicate della missione di sbarco.

Nel frattempo Mosca aveva annunciato che la sonda avrebbe cambiato la sua orbita. In altre due occasioni, infatti, l'orbita di Luna 15 venne modificata fino a portare il veicolo ad un’altezza di 16 km dalla superficie lunare per poi tentare di posarsi su di essa e realizzare l'obiettivo della missione.

Tuttavia, a seguito delle richieste americane, per la prima volta nella storia della corsa allo spazio la comunità scientifica sovietica dovette rivelare tutte le informazioni in merito a Luna 15.

La missione in questione, dopo essere stata interpretata dai postumi come il culmine della corsa alla Luna, aveva permesso di sviluppare un singolare ed ambiguo caso di cooperazione tra i due programmi spaziali.



La fine di Luna 15


Luna 15.
Nel tentativo di realizzare l'allunaggio morbido Luna 15 era finita per schiantarsi nella regione lunare del Mare Crisium (Mare delle Crisi) il 21 luglio 1969.

L'Unione Sovietica aveva evitato di comunicare il tragico evento come un errore della missione, facendo invece passare Luna 15 come la solita sonda “kamikaze” tipica delle prime fasi del programma Luna.

Mosca aveva molto ambiguamente annunciato che la sonda aveva ultimato la sua missione dopo aver acceso il retrorazzo cadendo sulla Luna “in una regione prescelta”.

Il governo sovietico aveva dovuto per la prima volta proclamare al mondo intero l'intento della propria missione e ammettere di fronte all'opinione pubblica di essere stato battuto e di aver fallito.

La questione del recupero di frammenti lunari sarà un’ulteriore sconfitta per Mosca. L'opinione pubblica riconoscerà ovviamente maggiore importanza ai 22 kg di rocce lunari accuratamente selezionate dagli astronauti americani, piuttosto che i più piccoli campioni lunari che Luna 15 avrebbe dovuto riportare “a casa”.

La stampa internazionale aveva all'epoca sottolineato che qualunque successo conseguito dalla sonda sovietica e una vittoria puramente meccanica non avrebbero potuto in nessun modo offuscare l'impresa umana di Armstrong e Aldrin.

La concomitanza dei due eventi, da un lato il trionfo storico dello sbarco americano sulla Luna e dall’altro il fallimento della sonda automatica sovietica, avevano fornito un profondo significato all'evoluzione della corsa allo spazio. La missione di Mosca si era in sostanza dimostrata un fallimentare tentativo di mettere una pezza sopra una falla gigantesca dell'intero programma spaziale.

Il merito della diffusione dello scomodo evento di Luna 15 è dovuto in larga parte alla scoperta, da parte dei ricercatori, di una registrazione particolare nascosta negli archivi del radio telescopio di Jodrell Bank. Il documento, che consisteva in una traccia audio dei commenti degli operatori dell'osservatorio nei tre giorni di monitoraggio di Luna 15, conteneva la voce del presidente sir Bernard Lovell mentre discuteva gli eventi in questione.

La registrazione è stata rilasciata dal Centro di Astrofisica di Jodrell Bank dell'Università di Manchester in occasione della celebrazione del quarantesimo anniversario dell'allunaggio, ed era stata messa per la prima volta a disposizione del pubblico. Nel file audio è possibile ascoltare gli operatori di Jodrell Bank che monitorano il percorso di Luna 15 durante la delicata fase di allunaggio, affermando, negli istanti prima dello schianto, che Luna 15 stava procedendo con eccessiva velocità.

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Fonti

Attivissimo Paolo, Luna? Sì, ci siamo andati. Le risposte ai dubbi più frequenti sugli sbarchi lunari, 2011.
Bradbury Ray, Spazio: l’immensa frontiera, Vercelli: White Star s.r.l., 2011.
Boschini Luca, Il mistero dei cosmonauti perduti. Leggende, bugie e segreti della cosmonautica sovietica, Padova:Cicap, 2013.
De Latil Pierre, Operazione Luna, Brescia: editrice La Scuola, 1972.
Gatland Kenneth W., Esplorazione dello spazio: tecnologia dell’astronautica, Novara: Istituto Geografico DeAgostini, 1983.
Magionami Paolo, Gli anni della Luna 1950-1972: l’epoca della corsa allo Spazio, Milano: Sprinter-Verlag editore, 2009.
Masini Giancarlo, La grande avventura dello Spazio: la conquista della Luna,
Novara: Istituto geografico DeAgostini, 1973.
Smith Andrew, Polvere di Luna. La storia degli uomini che sfidarono lo spazio, Milano: Cairo editore, 2005.
http://www.independent.co.uk/news/science/recording-tracks-russias-moon-gatecrash-attempt-1730851.html

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