La missione Sojuz 9 fu l'ultimo record di permanenza nello spazio segnato dall'equipaggio di una capsula, prima dell'esistenza delle stazioni orbitali. Con i loro 18 giorni i cosmonauti Nikolaev e Sevast'janov riportarono all'URSS il primato di permanenza in orbita, che cinque anni prima era passato agli Americani del programma Gemini.
Un momento difficile per il programma spaziale
Dopo i successi del programma Vostok l'impresa spaziale sovietica aveva perso coerenza e chiarezza: l'ufficio tecnico di Korolëv aveva troppi concorrenti agguerriti, poche risorse, troppi impegni. Anche i record del programma Voschod - volo di tre cosmonauti in un'unica capsula e prima passeggiata spaziale - erano stati ottenuti con soluzioni rischiose e di ripiego. Alla morte dell'ingegnere capo, nel gennaio del '66, il programma spaziale sovietico entrò in affanno. Il suo successore, Vasilij Pavlovič Mišin, si trovò a dover gestire da solo una grande mole di programmi non sempre compatibili: le capsule orbitali Sojuz, il programma circumlunare 7K-L1, il programma di allunaggio N1-L3, le stazioni DOS (saranno poi le Saljut) e le future (e mai costruite) MBKS.