Il mezzo che doveva rendere obsoleti tutti i carri armati pesanti
I carri armati pesanti della Guerra fredda sono il lascito dei carri armati pesanti così come vennero concepiti dai belligeranti durante la Seconda guerra mondiale. Le grandi potenze si attrezzarono per appoggiare la propria fanteria con carri armati muniti di corazze imponenti, per resistere al tiro avversario, e di pezzi di grosso calibro, per colpire da lunga distanza fortificazioni e mezzi corazzati.
La funzione che la dottrina sovietica attribuiva ai suoi carri pesanti - i KV e poi gli IS - era quella di operare, insieme all'artiglieria e alla fanteria, lo sfondamento di un settore del fronte. La falla aperta nel fronte sarebbe poi stata sfruttata da reparti attrezzati di carri armati medi, come il T-34, più veloci e adatti a una battaglia in profondità, volta a colpire il nemico nelle sue vulnerabili retrovie.
Fu in quest'ottica che l'ingegner Trojanov, delle officine Kirov, concepì l'Objekt 279. Lui e la sua squadra pensarono di progettare un carro armato pesante che non avesse le limitazioni dei suoi predecessori e che potesse combattere su un campo di battaglia sul quale sarebbe stato da mettere in conto anche l'uso di armi nucleari tattiche.
Un carro armato per certi versi all'avanguardia
Il nuovo carro armato doveva operare su terreni estremamente disagevoli, tali da fermare ogni altro mezzo. Doveva passare su alberi tagliati e ostacoli anti-carro come i cavalli di frisia. Da ciò la curiosa configurazione con due doppi cingoli, probabilmente unica nel suo genere, che aveva anche il vantaggio di ridurre la pressione che i cingoli esercitavano sul terreno, pari a circa 0,6 kg per cmq. Questo permetteva all'Objekt 279 una discreta mobilità anche su terreni molto umidi.
L'armamento comprendeva un cannone M-65 a canna rigata da 130 millimetri, adatto per cariche perforanti, esplosive e incendiarie e una mitragliatrice KPVT da 14,5 millimetri. Per questioni di peso il munizionamento del cannone era di tipo separato, con bossolo e proiettile da inserire in sequenza, ma un meccanismo semiautomatico per il caricamento portava il ritmo di fuoco a 5-7 colpi al minuto. La riserva di munizioni era di 24 colpi. Un rilevatore infrarosso denominato L2 coadiuvava il sistema di puntamento ottico.
L'attrezzatura, per quei tempi, era molto avanzata. Erano presenti un sistema anti-incendio e addirittura un climatizzatore. Naturalmente non mancavano le protezioni per la guerra chimica, nucleare e batteriologica.
La corazzatura era colossale. La torretta (un unico pezzo) presentava uno spessore massimo di 319 millimetri; lo scafo arrivava a 269 millimetri. Entrambi erano circondati da piastre di corazza utili contro i proiettili perforanti. Lo scafo era poi circondato da una sottile corazzatura ellittica che, oltre a questo ruolo, aveva quello di impedire il ribaltamento del mezzo in caso di esplosione nucleare nelle immediate vicinanze.
Il mostro delle officine Kirov era potenziato da un motore diesel 2DG-8M da 1.000 hp. Sommando il peso del mezzo, dei quattro membri dell'equipaggio, del munizionamento e del carburante, si arrivava a 60 tonnellate: il motore era in grado di spingerle fino alla velocità di 55 chilometri orari per percorrere circa 300 chilometri con un unico pieno.
Fuori tempo massimo
Il prototipo dell'Objekt 279 come appare oggi, ospite del museo veicoli blindati di Kubinka. Fonte: wikipedia. |
- in primo luogo il peso, tale da rendere pericoloso e forse impossibile l'attraversamento di un ponte;
- in secondo luogo i costi di produzione e le difficoltà di manutenzione di un mezzo decisamente complesso per gli standard sovietici;
- in terzo luogo la previsione, poi rivelatasi errata, che i carri armati del futuro sarebbero stati armati di missili, non di cannoni;
- infine il graduale abbandono, in dottrina militare, della distinzione fra carri medi e carri pesanti, sostituiti da un unico mezzo capace di compiere sia lo sfondamento che la manovra in profondità, il carro armato da combattimento, o MBT (main battle tank).
I carri armati da combattimento non tradiranno le aspettative, dimostrando di saper combinare la velocità dei carri medi con l'armamento dei carri pesanti. Continuare a tenere un parco carri diversificato diventerà sempre meno utile: le guerre fra Israele e l'Egitto lo dimostreranno.
L'età dei carri armati pesanti era ormai avviata al tramonto. L'Objekt 279 finì il ciclo dei collaudi, ma non venne preso in considerazione per la produzione. Il prototipo riposa oggi nel museo dei veicoli blindati di Kubinka, dove i visitatori possono ammirare il progetto elegante e fantasioso delle officine Kirov, che fa sembrare questo mezzo corazzato un disco volante con i cingoli.
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