mercoledì 17 luglio 2013

Foxbat sul Sinai: il Distaccamento 63, i MiG-25 in Medio Oriente


Un MiG-25 RB sull'aeroporto di Cairo West nel 1971.
Il MiG-25 Foxbat ebbe il suo battesimo del fuoco non nella sua patria sovietica, ma in Egitto. Tra il marzo del 1971 e il luglio del 1972 quattro MiG-25 da ricognizione volarono sull'area del Sinai, del canale di Suez e sul Mediterraneo, violando in venti occasioni lo spazio aereo israeliano. Per la prima volta il nuovo aereo veniva visto all'opera.


In un precedente post sul MiG-25 ho accennato al primo impiego operativo dell'aeroplano, quando quattro Foxbat da ricognizione vennero mandati in Egitto con il Distaccamento Aereo Indipendente nr. 63. Questo post serve a sviluppare l'argomento e descriverà, per quanto si possa rintracciare nelle fonti che ho a disposizione, l'impiego dei nuovi aerei e i risultati raggiunti. E ci sarà anche qualche aneddoto sulla permanenza di questo reparto sovietico sul territorio di quello che allora era un importante alleato dell'URSS. Era il tempo in cui il presidente dell'Egitto, Anwar al-Sadat, organizzava quella che nei suoi piani sarebbe stata la grande riscossa araba contro Israele, rappresaglia per la batosta subita nel '67.



Antefatti: la Guerra d'Attrito e il MiG-25 in difficoltà


Siamo nel 1971, il grande conflitto che non concretizzerà le attese di Sadat è ancora di là da venire. L'ostilità aperta fra Israele e l'Egitto era appena terminata: era stata una guerra a bassa intensità fatta di provocazioni, incursioni di commando, bombardamenti aerei. La si è chiamata Guerra d'attrito. E questo è il contesto locale.

Dall'altra parte abbiamo il MiG-25, presentato alla parata aerea di Domodedovo del '67, quando ancora era solo un prototipo. Il Foxbat, il progetto avveniristico, l'aereo dalle prestazioni eccezionali che tanto spaventava la NATO, era in forse. Correva il rischio di non arrivare alla catena di montaggio. Dalla parata aerea erano passati quasi quattro anni di sviluppo, voli di prova, modifiche. E quattro anni di difficoltà, perché l'aereo non sembrava mai pronto. In più il MiG-25 aveva compiuto un delitto eccellente il 26 di aprile del '69, schiantandosi con a bordo un generale della difesa aerea, Anatolij Kadomcev.

La situazione non era buona per l'ufficio tecnico Mikojan-Gurevič. L'aviazione e la difesa aerea erano sempre meno convinte della validità del progetto. L'ufficio Mikoyan-Gurevič però poteva contare su un solido alleato: il vice ministro della produzione aeronautica, Minaev, era stato uno dei progettisti del MiG-25. Fu Minaev ad avere l'idea di sfruttare la rovente situazione mediorientale per dimostrare le qualità del "suo" MiG.



Il corpo di spedizione


Piloti del 63° distaccamento: al centro il colonnello Bezhevets.
Personale del 63° Distaccamento. Al centro, con il
giubbotto in pelle, il colonnello Beževets.
Gli altri due piloti, che non ho potuto identificare,
indossano la tuta pressurizzata per il volo
ad alta quota.
L'unità che avrebbe provato sul campo i MiG-25, denominata 63° Distaccamento Aereo Indipendente, sarebbe partita per l'Egitto il prima possibile. Per questioni di politica internazionale, e a causa delle caratteristiche operative del settore, Minaev optò per un reparto costituito da ricognitori, quattro per l'esattezza. Due erano MiG-25R, ricognitori puri. Gli altri due erano MiG-25RB, ricognitori con in aggiunta gli agganci per le bombe in caduta libera e i sistemi di collimazione.

Vennero scelti i piloti più esperti nel pilotaggio del Foxbat: i piloti collaudatori Gordijenko, Stogov e Uvarov; i veterani Borščev, Čudin, Krasnogorskij e Marčenko. Il comando di questo gruppo di piloti d'eccezione venne affidato al colonnello Beževets, un ufficiale noto per la sua risolutezza. Beževets era anche lui pilota collaudatore: aveva pilotato il primo prototipo del MiG-25, lo E-155.

In Egitto era già presente un ampio corpo di spedizione sovietico: consulenti civili e militari impegnati nell'addestramento e nel riarmo delle forze armate egiziane. Quale migliore occasione per mostrare le capacità del MiG-25? Il nuovo aereo sarebbe stato un sofisticato rinforzo per la missione sovietica, avrebbe mostrato le sue qualità ai generali dubbiosi, compiaciuto Sadat e i politici del Cremlino, e infine convinto i funzionari dell'opportunità di mettere in servizio il modello. Insomma, tutti contenti, e più di tutti l'ufficio di progettazione Mikojan-Gurevič.



Il 63° Distaccamento Aereo Indipendente arriva in Egitto


Il prototipo dell'Antonov 22, fotografato nel 1991 daOleg Belyakov.
Il colossale Antonov An-22, usato per trasportare a
Cairo-West i MiG-25. Questa foto è stata scattata nel 1991
da Oleg Belyakov: si tratta del primo prototipo del cargo.
Trasportare i piloti e i tecnici e sistemarli nella vasta area aeroportuale di Cairo-West non era di certo un problema. Tutto si svolse senza intoppi. Qualche problema invece rischiò di causarlo il Foxbat.

Anche una volta smontati le ali e gli impennaggi di coda, il Foxbat faceva fatica a entrare nell'aereo da trasporto Antonov 22 (a sua volta un vero gigante). La carreggiata del carrello era troppo ampia. Ma a tutto c'è una soluzione: momentaneamente vennero montati sui MiG-25 i carrelli dei più piccoli MiG-21. Così entrarono nel cargo, seppure di misura.

Come sempre per l'URSS tutto si svolse nella massima segretezza.
  • Fino al giorno della partenza i componenti del Distaccamento non seppero quale fosse la loro destinazione. Ma si erano fatti un'idea. Venivano selezionati in base alla loro adattabilità a climi caldi e secchi e pilotavano un aereo nuovo di zecca: di sicuro andavano in Egitto.
  • Il Distaccamento venne stanziato a Cairo-West, gli aerei messi al sicuro in grandi hangar corazzati e rimontati. Un presidio di soldati sovietici prese posizione attorno all'aeroporto, difeso da un vasto assortimento di armi antiaeree.
  • I Foxbat furono dipinti con insegne egiziane. I piloti e il resto del personale militare ricevettero divise egiziane, ma private dei gradi.
  • L'intera mole di lavoro necessaria allo svolgimento delle missioni dei Foxbat ricadde sul personale sovietico. Gli Egiziani vennero estromessi dal proprio aeroporto
  • I Sovietici non avevano tutti i torti a fidarsi poco dei loro alleati africani: le capacità del Mossad erano ben note; altrettanto nota era l'imperizia degli Egiziani in tutto ciò che riguardava la sicurezza delle informazioni. Tanto per fare un esempio: il giorno successivo all'arrivo del Distaccamento un giornale egiziano pubblicò una foto del MiG - chiamandolo X-500 - e scrivendo che era basato a Cairo-West. Mancavano solo le foto segnaletiche dei piloti a uso e consumo dello spionaggio israeliano!



Il Distaccamento entra in azione


Alla fine di aprile gli aerei e il personale erano pronti per fare il volo di prova nel teatro d'operazioni mediorientale. A Gordijenko l'onore del primo giro. I voli di questo primo periodo si svolsero rimanendo ben all'interno dello spazio aereo egiziano e avevano come obiettivo principale quello di testare le attrezzature da ricognizione e la strumentazione per la navigazione. 

I piloti del Distaccamento 63.
Alcuni piloti del Distaccamento 63. Da sinistra verso destra:
Borščev, Uvarov, Marčenko, 
Per esempio i sensori dell'aereo di Gordijenko rilevarono già durante quel primo volo che il MiG stava ricevendo molte attenzioni: dai radar israeliani installati nel Sinai, da un cacciatorpediniere della US Navy e dal grande radar di scoperta britannico sull'isola di Cipro. 


Quanto alla strumentazione per la navigazione, il problema principale era trovare dei punti di riferimento per il pilota automatico: il deserto è notoriamente avaro di punti di riferimento. Ma gli uomini, tempo addietro, posero brillante rimedio al problema quando pensarono di seppellire grandiosamente i loro re: si scoprì che le piramidi di Giza e la strumentazione per la navigazione automatica andavano perfettamente d'accordo.

A maggio iniziarono i voli di ricognizione veri e propri, con due missioni mensili. Le missioni venivano usualmente svolte da una coppia di Foxbat in volo ad alta velocità e ad alta quota. Durante il volo i piloti dovevano rispettare un rigoroso silenzio radio. Erano autorizzati a comunicare in chiaro fra loro e con il controllo di terra solo in caso di grave emergenza.

Presa confidenza con il mezzo e l'ambiente, il Distaccamento si impegnava in missioni più ambiziose e rischiose.




Gli Israeliani infuriati



Il 10 di ottobre due MiG-25 arrivarono al confine israelo-libanese dopo essere passati sopra il Mediterraneo. Da quel momento in poi i piloti sovietici presero a violare sistematicamente lo spazio aereo israeliano, scattando fotografie e individuando le attrezzature della difesa aerea.


La contraerea israeliana era impotente contro il nuovo gingillo sovietico. Il suo missile terra-aria, il Raytheon Hawk, arrivava al massimo a 12.000 metri. I MiG volavano 10.000 metri più in alto. Anche la caccia, nonostante i suoi sforzi, era incapace di agguantare i ricognitori sovietici. I tentativi di intercettare gli intrusi si risolvevano in un nulla di fatto. Il Foxbat volava troppo veloce e troppo in alto per i Phantom dell'aviazione di Tel Aviv. Quando questi riuscivano a portarsi in una buona posizione e a lanciare il missile, il missile inevitabilmente esplodeva quando il MiG era già lontano, perché la spoletta di prossimità dei missili Sparrow era troppo lenta nel detonare la carica.

I piloti del Distaccamento poi si comportavano da veri teppisti. I limiti di velocità indicati dai costruttori venivano spesso ignorati, si superava frequentemente Mach 2,8. Persino il comandate, il colonnello Bežvets, superò il limite per tenere a distanza la caccia israeliana. Un altro pilota, Krasnogorskij, avrebbe addirittura raggiunto i 3.400 chilometri orari, mandando su tutte le furie il personale tecnico. Potrebbe essere un record per il Foxbat.

Ma la caccia israeliana è nota per le sue capacità, oltre che per essere poco incline a gettare la spugna. Sapendo che i fastidiosi sovietici partivano da Cairo-West, una sezione di Phantom cominciò a fare stalking nell'area dell'aeroporto, nella speranza di cogliere i Foxbat nei momenti in cui erano lenti e vulnerabili: le manovre di atterraggio e di decollo. Solo in quei momenti gli Israeliani potevano mettere a segno i loro missili: appena il MiG aveva modo di accelerare, ecco che diventava irraggiungibile, appena atterrato, eccolo sparire in un ricovero corazzato.

Per controbattere alla minaccia venne chiamata l'aviazione egiziana. Una sezione di caccia MiG-21 Fishbed arrivava nell'area prima di un decollo o di un atterraggio dei Foxbat, e un'altra subito dopo, così da tenere alla larga gli eventuali importuni. E se i Phantom si avvicinavano troppo a Cairo-West, finivano sotto il tiro della contraerea. Si sa che almeno un aereo venne abbattuto, scatenando la rappresaglia degli Israeliani: armati di missili anti-radar altri velivoli tornarono sul luogo del delitto e colpirono due postazioni di missili terra-aria.

La distruzione delle postazioni - che fece morti e feriti fra il personale sovietico - spinse il comando del Distaccamento a prendere ulteriori precauzioni. Temendo un'incursione sull'aeroporto, vennero costruiti dei ricoveri sotterranei corazzati nei quali fare la manutenzione agli aerei.



La fine della vacanza egiziana


Sadat fu molto impressionato dal MiG-25 e dai risultati della ricognizione. L'aereo operava in totale impunità. Le foto ottenute erano spettacolari: da 20.000 metri si vedevano edifici, mezzi e pure gruppi di persone. La strumentazione dei MiG aveva rivelato la posizione di tutti i radar. Sadat, inutile dirlo, voleva il MiG-25 per la sua aviazione.

Ma da quell'orecchio i Sovietici sapevano simulare un improvviso attacco di sordità. L'aereo aveva dimostrato doti eccezionali, il viceministro Minaev ci aveva visto giusto quando aveva avanzato l'idea di provarlo sul campo. Ma fornire un aereo così prezioso a un alleato con manie bellicose non era nelle corde del Cremlino, che anzi in quel periodo aveva dichiarato congiuntamente alla Casa Bianca la propria intenzione di mantenere lo status quo in Medioriente.

Gli Egiziani apparivano sempre meno amichevoli, tanto che si cominciò a pensare di ritirare il Distaccamento in URSS. E così si fece, ma sotto ben altra pressione. Ormai convinto che l'URSS non lo avrebbe aiutato nella sua impresa di riconquistare il Sinai, Sadat decretò l'espulsione dell'intero corpo di spedizione sovietico dall'Egitto. Era il luglio del '72 e mancava ancora più di anno alla guerra contro Israele.


***


Questa volta non posso proporre alcun filmato, non ho trovato nulla riguardo al Distaccamento nr. 63 e alle sue spericolate imprese egiziane. Mi limito a segnalarvi un'utilissima fonte, la più importante fra quelle che ho utilizzato: Yefim Gordon e Dmitrij Komissarov, Mikoyan MiG-25 Foxbat: Guardian of the Soviet Borders, Midland Publishing, 2007.

Per chi legge l'inglese, segnalo anche due post che trattano l'argomento dei MiG in Egitto in maniera più sintetica del mio:

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