Nel 1964 l'Unione Sovietica lanciò un'unica missione pilotata, la Voschod 1.
Con questo volo i Sovietici si aggiudicarono un nuovo record, quello della prima capsula multiposto operativa: tre cosmonauti orbitarono intorno alla Terra per ventiquattro ore.
La notizia ebbe vasta risonanza nel mondo e diede l'impressione che l'URSS possedesse una nuova capsula spaziale. La verità era ben diversa e rasentava il bluff.
La "nuova" capsula: il programma Voschod
Il programma Vostok, dell'ufficio tecnico OKB-1 di Sergej Korolëv, nel 1963 era in fase di chiusura a causa dell'obsolescenza della capsula, obsolescenza percepita dai progettisti e dai responsabili del programma spaziale. La missione di Bykovskij e della Tereškova (Vostok 5 e Vostok 6), segnò gli ultimi due primati di quel programma prestigioso. La capsula orbitale Sojuz era ancora sulla carta e difficilmente avrebbe volato prima del 1966 o addirittura del 1967. I programmi spaziali dell'URSS erano in difficoltà a causa dei finanziamenti insufficienti, delle rivalità fra progettisti, dei capricci propagandistici del Cremlino.
Serviva qualcosa che riempisse il buco tra i successi delle Vostok e i collaudi delle Sojuz. Gli Americani erano impegnati sul progetto lunare Apollo ma, come intermezzo fra i voli lunari e i lanci delle Mercury, avrebbero compiuto manovre orbitali e attracchi con la nuova capsula Gemini. Da questa necessità nascono le capsule Voschod (Alba) dell'OKB-1
Sul programma Voschod, con una valutazione complessiva dei suoi risultati e del suo impatto sulla corsa allo spazio, scriverò un post apposito nelle prossime settimane. Per ora basti questo: la capsula Voschod era una Vostok modificata per ospitare più cosmonauti, a prezzo di diminuire la sua autonomia di volo ed eliminare le tute pressurizzate e i seggiolini eiettabili. In compenso montava un motore di discesa in più e un sistema di razzi frenanti e paracadute capace di far atterrare morbidamente la capsula con l'equipaggio a bordo.
Subito nello spazio
Le prove con i lanci dall'aereo - per collaudare il nuovo sistema di discesa e frenata - non furono particolarmente incoraggianti. Il primo lancio della Voschod in versione disabitata fu però un successo: tutte le apparecchiature automatiche funzionarono egregiamente. Si decise per il lancio. Il mantenimento della supremazia sovietica, in quel momento, non ammetteva indugi.
Il 12 di ottobre, dopo qualche difficoltà con la strumentazione telemetrica (i problemi costarono al progettista, Bogomolov, una bella sfuriata dell'iroso chief designer Korolëv), la capsula e il vettore furono portati sulla rampa. Il vettore era l'R-7 Semjorka dell'OKB-1, equipaggiato però con un terzo stadio più potente per compensare l'aumento di peso del carico. L'equipaggio, determinato da una lunga e faticosa contrattazione, era costituto dal comandate Vladimir Komarov, pilota collaudatore dell'aeronautica militare con grado di colonnello; dall'ingegnere di bordo Konstantin Feoktistov, progettista dell'OKB-1; dal medico della missione dottor Boris Egorov. Per la prima volta dei civili sovietici - l'ingegnere e il dottore - avrebbero volato fuori dall'atmosfera.
Se Komarov era un pilota di grande esperienza, con al suo attivo un lungo addestramento al volo spaziale, non altrettanto si poteva dire degli altri due candidati. Feoktistov e Egorov ricevettero un addestramento rapido e superficiale. La loro selezione passò per vie traverse.
Feoktistov ottenne il posto grazie all'interessamento dell'onnipotente (all'epoca) ingegnere capo Korolëv, di cui era un sottoposto. Fu Korolëv, con i suoi sforzi "diplomatici", a far sì che i medici firmassero dei certificati - attestanti il falso - sulla capacità di Feoktistov di partecipare alla missione. Si sospetta - e questa è l'opinione dello stesso Feoktistov - che Korolëv abbia brigato così tanto per addestrarlo al volo spaziale al fine di "toglierselo di torno" per qualche mese: qualche mese che a Korolëv fu sufficiente per far approvare la missione di allunaggio alla quale Feoktistov, sostenitore delle stazioni orbitali, era contrario. Il giovane dottor Egorov invece ottenne il posto di medico di bordo grazie agli importanti appoggi di cui godeva al Cremlino.
Fu così che il 12 di ottobre del '64 un collaudatore di aerei, un progettista di astronavi e un medico salirono su una nave spaziale per orbitare intorno alla Terra per una giornata intera.
Una strana sorpresa per il rientro dei cosmonauti
Il volo andò come previsto. Le apparecchiature funzionarono senza intoppi (niente più sfuriate per il povero Bogomolov). I tre cosmonauti svolsero i loro compiti: ben pochi, dato lo scarso spazio a disposizione. Si trattò di qualche rilevamento dall'oblò e di test psicomotori da compiere sotto la supervisione del dottor Egorov. Allo scadere delle ventiquattro ore, dopo sedici orbite, il controllo di terra diede il comando per il rientro, manovra compiuta senza errori dai sistemi automatici.
Komarov, Egorov e Feoktistov ritornano al poligono di Tjuratam dopo la loro missione. |
Ma il telefono non squillò. Dal Cremlino arrivò l'ordine di rientrare a Tjuratam e attendere nuove istruzioni. Così si fece. I cosmonauti tornarono al poligono e trovarono l'intero staff ad accoglierli: i progettisti, i piloti, il personale militare. Boris Čertok, progettista di sistemi di controllo per l'OKB-1, scrive nel volume III di Rockets and People che i cosmonauti apparivano in perfetta forma; in particolare Feoktistov, al quale i medici volevano negare l'autorizzazione al volo, era raggiante di contentezza.
La sera dopo cominciarono ad arrivare dal Cremlino nuovi e strani segnali. I funzionari del Partito fecero sapere a Komarov che il discorso da lui registrato dopo l'atterraggio non era stato gradito. Bisognava registrarlo nuovamente ed eliminare i riferimenti al Segretario Nikita Chruščёv.
La mattina del 15 di ottobre il notiziario di Radio Mosca svelò l'arcano: Chruščёv era stato destituito e spedito in "pensione anticipata".
Un primo bilancio della missione Voschod 1
Voschod 1 fu innegabilmente un successo propagandistico per il programma spaziale sovietico. Ancora una volta l'URSS era arrivata prima. Voschod 1 conquistò ben tre primati: prima capsula multiposto a volare, primo rientro dallo spazio con atterraggio sulla terraferma ed equipaggio dentro la capsula; la missione permise anche di registrare un nuovo record di altitudine (l'apogeo dell'orbita, 377 chilometri).
La propaganda sovietica sfruttò abilmente la missione. Durante la conferenza stampa Vsevolod Keldyš, presidente dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, padrino teorico del programma spaziale, disse ai giornalisti che le Voschod erano un progetto del tutto nuovo. Quando gli fu chiesto se le Voschod erano capaci di manovrare in orbita, Keldyš rispose di sì, mentendo spudoratamente.
Gli Americani incassarono il colpo. James Webb, il direttore della NASA, descrisse la missione Voschod 1 come un grande passo in avanti, come un successo che dimostrava come l'Unione Sovietica fosse impegnata seriamente nella corsa allo spazio. I falchi al Senato usarono la Voschod 1 per sostenere la richiesta di maggiori finanziamenti per i programmi spaziali americani ed esagerarono le capacità della capsula quanto le dimensioni dell'arsenale missilistico sovietico. Il senatore Goldwater, addirittura, parlò delle Voschod come di vere e proprie stazioni da battaglia!
Il programma spaziale dell'URSS era in affanno, ma il bluff aveva funzionato alla perfezione. Nel frattempo Korolëv e l'OKB-1 si preparavano a segnare un nuovo record con la missione Voschod 2: la prima passeggiata spaziale.
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Chi se la cava con l'inglese può leggere questo articolo sul programma Voschod e la missione Voschod 1. Gli altri potranno comunque godersi le belle fotografie a colori.
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