Nonostante il fallimento del
sistema delle comunicazioni la stazione automatica riuscì a compiere con
successo l'impresa diventando il secondo oggetto artificiale ad arrivare nelle
vicinanze del pianeta. (La sonda che aveva compiuto per prima questa missione
era stata invece Venera 1 che il 12
febbraio 1961 era passata a circa 100.000 km da Venere per poi entrare in
un'orbita eliocentrica).
La sonda 3MV
Nel 1964 il programma spaziale
sovietico aveva sviluppato un nuovo tipo di sonda spaziale denominata 3MV.
Questo modello di sonda di terza
generazione fu inizialmente impiegato per l'esplorazione di Marte e Venere attraverso le missioni Zond 1, 2 e 3.
Tutte e tre le missioni erano state
caratterizzate dall'utilizzo di una stazione automatica con i medesimi elementi
distintivi ma con un equipaggiamento differente a seconda della specifica
missione.
Il modello 3MV era costituito da due unità. La prima era la sonda orbitale principale, impiegata
per le trasmissioni radio e il controllo della rotta. Trasportava un
magnetometro, un rilevatore di micro-meteoriti, sensori per raggi cosmici,
sensori per gli ioni e uno spettrometro per analizzare la riga Lyman-alfa
dell'idrogeno atomico nelle radiazioni ultraviolette.
La sonda orbitale era anche dotata
di pannelli solari di 4 metri per fornire energia all'intera stazione e
un'antenna di 2 metri di diametro per le trasmissioni a lungo raggio.
La seconda parte era invece
composta dalla capsula di atterraggio,
anch'essa pressurizzata, ma costituita da una struttura sferica di 90 cm di diametro,
che avrebbe dovuto inizialmente atterrare nel lato notturno di Venere per
analizzarne la composizione chimica dell’atmosfera, in particolare la densità, la
temperatura e la pressione del pianeta.
La strumentazione della capsula era
costituita principalmente da un fotometro per poter misurare l'intensità
della luce e le proprietà della superficie di Venere, compresa la parte
rocciosa.
Zond 1 era in possesso anche di un sensore per il movimento e per le
oscillazioni nel caso fosse atterrata in un ambiente liquido del
pianeta.
La prima missione Zond
Il primo modello di sonda 3MV fu lanciato il 27 di marzo del 1964 dal
cosmodromo di Tjuratam, oggi Bajkonur, ma, a causa del fallimento dell'accensione dell'ultimo
stadio del razzo vettore, la stazione automatica rimase nell'orbita
terrestre senza proseguire per lo spazio aperto. La sonda così prese il
nome di Kosmos 27.
Il 2 di aprile successivo, un nuovo tentativo
permise al nuovo modello di sonda di dirigersi verso Venere
dopo un lancio apparentemente privo di problemi.
Come sempre, l'agenzia di stampa
sovietica non annunciò interamente gli obiettivi della missione e affermò solamente che Zond 1 era
stata progettata per lo sviluppo di voli interplanetari su lunghe distanze.
All'epoca, tuttavia, si sospettava già che la sonda fosse diretta verso Venere
proprio perché quei giorni erano i più adatti a una simile meta dato che la
Terra e il pianeta si trovavano nelle giuste posizioni di allineamento.
Per i Sovietici non era politicamente
accettabile annunciare la missione in questione con il termine Venera 2 in quanto non si aveva al
momento la certezza che certi strumenti elettronici della sonda 3MV avrebbero funzionato nello spazio
aperto. Per questo motivo la missione fu stata definita con la terminologia Zond,
aprendo da quel momento le fila all'omonima serie.
Appena dopo il lancio della
stazione automatica si presentarono alcune anomalie. All'interno
della sonda si era verificata una perdita
di pressione che aveva causato una fuga di gas e una leggera spinta alla
capsula.
La perdita proveniva da una zona
dei sensori di navigazione che si era evidentemente guastata durante il volo.
A complicare la situazione nel corso del viaggio l'elettronica interna della sonda si era inavvertitamente
danneggiata a seguito di un comando sbagliato impartito ai sistemi di controllo
da terra. Tuttavia, era stato possibile mantenere la comunicazione grazie alla
trasmittente contenuta nel modulo di discesa.
Nel corso della missione, inizialmente
spacciata come un esperimento per lo studio dei sistemi di navigazione nello
spazio profondo, si effettuò la prima correzione di rotta il 3 di maggio
quando la sonda si trovava ancora a soli 560.000 km dalla Terra. La seconda
correzione fu invece tentata il 30 di maggio, a circa 14 milioni di km di
distanza, per poter mettere la sonda nelle condizioni di avvicinarsi al pianeta.
Dalla data del lancio fino al 16 di maggio il controllo di terra ricevette la telemetria della sonda ma il 24
maggio le comunicazioni andarono definitivamente perdute.
Gli scienziati sovietici riferirono che il 19 di luglio la sonda mancò Venere per 100.000 chilometri inserendosi successivamente in orbita solare, anche se
inizialmente alcune ipotesi non fondate avevano affermato che Zond 1 si fosse schiantata sulla
superficie del pianeta.
Nessun commento:
Posta un commento