mercoledì 29 maggio 2013

La leggenda dei cosmonauti perduti


Il cosmonauta Leonov durante la prima passeggiata spaziale - attività extraveicolare (EVA).Questo post tratta di finzione e di realtà. Provate e inserire la chiave lost cosmonauts su google. I risultati non mancano. Anche la wikipedia in inglese se ne occupa, e con un articolo di tutto rispetto. Ma è pieno di risultati, ben piazzati, dai contenuti quantomeno opinabili. Il post che qui pubblico sui cosmonauti perduti servirà a fare un sunto degli argomenti su questa leggenda metropolitana da molti creduta vera, e che ancora oggi viene diffusa da "documentari" televisivi di dubbia affidabilità e da complottisti vari.

Lost cosmonauts, o phantom cosmonauts, i cosmonauti perduti, sarebbero le vittime di lanci effettuati prima e dopo il volo di Jurij Gagarin, ufficialmente il primo uomo ad andare nello spazio. Morti in missione, questi presunti predecessori e successori del recordman furono uccisi una seconda volta. I loro governanti avrebbero ordinato di nascondere ogni prova della loro esistenza, al fine di occultare i fallimenti della primitiva tecnologia sovietica.



Uno, nessuno, centomila: quanti cosmonauti perduti?


A scanso di equivoci: non esistono cosmonauti perduti e Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare nello spazio. I caduti in missione, che vi furono, ottennero pure i funerali di stato. E i funerali di stato, con il corteo nella Piazza Rossa, non sono il modo ideale per nascondere la morte di qualcuno. Altri partecipanti al programma spaziale morirono in incidenti di altro tipo. Valentin Bondarenko fu il primo a morire in addestramento. Grigorij Neljubov fu espulso dal programma Vostok e forse morì suicida. Il primo cosmonauta a morire in missione fu Vladimir Komarov, nel 1967. Tutti e tre saranno argomento di post separati.

Quanti e chi? Direi di iniziare con l'elenco dei caduti presunti sommando wikipedia e le altre fonti disponibili.
  • Aleksey Ledovsky, Andrei Mitkov, Sergei Shiborin, Maria (a volte Miriya) Gromova. Morti fra il 1957 e il 1959 durante falliti lanci suborbitali.
  • Un cosmonauta senza nome lanciato nel maggio del 1960. A volte viene identificato con Gennady Zavadovskij.
  • Pёtr Dolgov, Ivan Kačur, Aleksej Gračev, morti tra il 1960 e il 1961.
  • Vladimir Il'jušin, vero cosmonauta fantasma, in quanto sopravvissuto di un lancio orbitale, precedente a quello di Gagarin, che non andò per il verso giusto.
  • Sergej Anochin, morto nel suo letto nel 1986, ma di cui si sarebbe occultato il lancio per motivi mai dichiarati.
La guerra di Corea ha fatto meno vittime. Ma osservando con attenzione e raccogliendo qualche dato risulta che o non sono mai esistiti, oppure non erano cosmonauti. Qualche esempio:
  • Per quanto riguarda il primo gruppo i sostenitori non presentarono mai delle prove. "Si dice", "si narra", "fonti interne al partito comunista ceccoslovacco" e via dicendo. L'ipotesi inoltre si scontra con l'inesistenza di un programma sovietico di lanci suborbitali, avendo l'URSS a disposizione un vettore capace di mettere in orbita una capsula e il suo pilota. Chi volesse conoscere la storia nei dettagli può leggere il post sui cosmonauti suborbitali perduti.
  • Il cosmonauta senza nome morto nel 1960 non è mai stato lanciato. Venne lanciata una capsula Vostok per fare le prove di telemetria, controllo da terra e comunicazione. Che fosse una capsula di prova è dimostrato dal fatto che non aveva lo scudo termico, quindi non era progettata per tornare a terra. La capsula per altro era stata osservata dagli Americani - a dimostrazione che non è facile lanciare qualcosa in totale segreto. Di questo cosmonauta parlò anche Robert Heinlein in un suo articolo sull'Unione Sovietica: a Heinlein, al cosmonauta del 1960 e all'articolo ho dedicato un post apposito.
  • Dolgov, Kačur, Gračev e Zavadovskij erano collaudatori di attrezzature aeronautiche. Nessuno di loro figura nei ruolini dei lanci spaziali. Si sa per certo che Dolgov morì a causa di un incidente, il 1 di novembre del 1962, mentre si lanciava con tuta pressurizzata e paracadute dall'altezza di oltre 28.000 metri. Un urto ruppe la visiera del casco e la depressurizzazione uccise lo sfortunato collaudatore. Nel complesso è un po' poco per inserire quattro cosmonauti in più nel bollettino delle perdite. Al colonnello Dolgov e al suo sfortunato incidente il paese degli Sputnik ha dedicato un intero post: Dolgov: il cosmonauta perduto che non fu un cosmonauta.
  • Vladimir Il'jušin era un pilota collaudatore e non fu mai coinvolto nel programma spaziale: la leggenda del suo lancio nasce da una serie di illazioni giornalistiche a ridosso della missione di Gagarin, in un periodo in cui un volo pilotato era nell'aria e l'ambiente moscovita in fibrillazione. Potete leggere la storia per intero nel post Il'jušin: primo nello spazio?
  • Sergej Anochin, anche lui pilota collaudatore, partecipò effettivamente al programma spaziale, ma non volò nello spazio. La spiegazione del mistero sta nel post Anochin: cosmonauta dimenticato?



Le intercettazioni radio dei fratelli Judica-Cordiglia


Un ultimo punto è necessario per trattare dei cosmonauti perduti attribuibili ai fratelli Judica-Cordiglia, che sostengono di aver ascoltato le comunicazioni fra le missioni secretate e quello che divenne il cosmodromo di Bajkonur, all'epoca Tjura-tam.

Il primo uomo ad andare nello spazio, Yuri Gagarin.
Una famosa foto di Jurij Gagarin, scattata
durante il periodo dell'addestramento.
Molti esperti statunitensi nel vederla
rimasero senza parole: pensarono che
Gagarin fosse stato spedito nello spazio
con un casco di cuoio!
Achille e Giovanni Battista Judica-Cordiglia erano due radioamatori appassionati e pieni di inventiva. Con attrezzature in parte costruite da loro stessi i due seguivano gli sviluppi della corsa allo spazio e cercavano di intercettare i segnali dei satelliti e le comunicazioni tra gli equipaggi delle prime capsule e i relativi centri di controllo. Iniziarono a casa propria, a Torino. Poi si spostarono in uno spazio più ampio, un bunker abbandonato che ribattezzarono Torre Bert, nome con il quale è ancora conosciuto.

Tra il 1960 e il 1964 intercettarono nove stralci di comunicazioni che attribuirono - e attribuiscono ancora oggi - a lanci spaziali con personale umano mai divulgati. L'interpretazione che essi ne diedero è che si trattava di cosmonauti morti durante l'orbita o al rientro: missioni taciute dalle autorità sovietiche.

All'epoca le affermazioni dei fratelli Judica-Cordiglia fecero molto scalpore. In pratica finirono per lavorare circondati dai cronisti della stampa. Le loro erano rivelazioni invero clamorose: il programma spaziale sovietico, che stupiva il mondo con i suoi successi, era solo la punta di un iceberg. Un iceberg costituito da lanci disastrosi che costavano la vita ai loro piloti. Erano anche rivelazioni suggestive e fornivano carburante alla diceria, già diffusa dalla stampa anni prima, che i sovietici nascondessero i loro fallimenti - come i presunti lanci suborbitali fra il '57 e il '59.

In ogni caso erano affermazioni che già all'epoca potevano essere considerate poco fondate, sebbene tanto diffuse dalla stampa. I dubbi sono aumentati nel tempo. Li riassumo nei cinque punti che seguono. Chi legge l'inglese può andare direttamente all'indagine di Sven Grahn: vi troverà molte osservazioni interessanti.
  • I lanci e le comunicazioni in questione non venivano intercettati da nessun altro. Nemmeno dai radiotelescopi. Tanto che Bernard Lovell, radioastronomo e direttore del radiotelescopio di Jodrell Bank, disse che di simili lanci si poteva escludere la possibilità.
  • Le comunicazioni intercettate non sono state diffuse completamente. Quelle diffuse non sono considerate molto significative.
  • Una delle comunicazioni consiste nel battito cardiaco e nel respiro affannoso di un "cosmonauta che muore". Ma i dati biomedici dei cosmonauti venivano inviati per telemetria, non potevano essere ascoltati. Il dato in ogni caso necessitava di essere decodificato. Al caso del cosmonauta morto d'infarto ho dedicato un post: Il battito cardiaco del cosmonauta morente.
  • Le intercettazioni testimonierebbero di capsule perse nello spazio. Cosa assai difficile, se si considera che le capsule dell'epoca non potevano raggiungere la velocità necessaria a lasciare l'orbita della Terra. Altrettanto improbabili sono le intercettazioni in cui si sentono più voci di cosmonauti, come quella del novembre del 1962, nella quale si sentirebbero due cosmonauti e una cosmonauta: tutte le capsule di quel periodo erano monoposto.
  • Si parla a volte di capsule disintegrate durante il rientro, ma non si tiene conto di una cosa. Le capsule non comunicavano nella fase di rientro, semplicemente perché era impossibile farlo.

Una riproduzione della sonda sovietica Luna 4.
Una riproduzione della sonda
sovietica Luna 4.
Un ultimo punto che non gioca a favore della plausibilità delle affermazioni dei fratelli Judica-Cordiglia è la questione Luna 4. In breve: in data 5 aprile 1963 i fratelli sostennero di aver intercettato il segnale della sonda sovietica Luna 4 e stamparono l'immagine del lato nascosto della Luna fotografato in quell'occasione. O meglio, che presumevano fotografato in quell'occasione. La sonda Luna 4 doveva depositare un lander sulla superficie della Luna, ma a causa di un errore di manovra non vi riuscì e si perse nello spazio. Tutte le fotocamere stavano nel lander, e servivano a scattare le foto dalla superficie. La sonda Luna 4 non aveva fotocamere. Non è facile ricevere delle foto che non sono state scattate. Se volete un approfondimento sulla questione Luna 4 potete leggere l'articolo di Luca Boschini per Query.



Conclusioni: perché la leggenda sopravvive


Spero di essere riuscito a riassumere in maniera efficace i termini della faccenda dei cosmonauti perduti e di aver mostrato per quali ragioni si ritiene che questa sia solo una leggenda metropolitana, nulla più che una diceria priva di fondamento. Chi avesse tempo può ascoltare su youtube un articolo sintetico ma completo sulla leggenda dei cosmonauti perduti. L'autore è Samuele Pretto che in 16 minuti espone tutti i punti sulla questione con chiarezza e precisione. Inoltre si può consultare l'enorme ammontare di materiale disponibile sulle missioni sovietiche su una grande comunità dedicata allo spazio, ForumAstronautico.

Eppure la diceria sui cosmonauti perduti continua a essere propagandata senza alcun ritegno. Ogni anno mi capita di vedere qualche documentario che parla dei cosmonauti perduti come di un dato di fatto. Come una di quelle cose che uno può leggere con più calma sull'enciclopedia, trovando dati aggiuntivi. Solo che se uno apre l'enciclopedia questi fatti non li trova.

Non so se questi documentari facciano buoni ascolti. Ne dubito: il programma spaziale di uno stato che non esiste più non deve interessare molti spettatori. In ogni caso penso che gli ascolti siano il motivo per cui questi documentari continuano a diffondere la leggenda. La cronaca nera, si sa, attira sempre il pubblico. Forse gli autori pensano che l'unico modo per far seguire un documentario sulle imprese spaziali sovietiche sia quello di descriverle come un bagno di sangue. Forse pensano che nessuno guarderebbe un documentario che parla dell'ingegno e della fantasia degli scienziati che progettarono i razzi e le capsule, o degli uomini e delle donne che a rischio della vita iniziarono la conquista delle stelle.



Il falso allunaggio: l'equivalente NASA dei cosmonauti perduti


Una nota a fondo pagina. La leggenda dei cosmonauti perduti è un po' l'equivalente, in salsa antisovietica, di un'altra nota sciocchezza ben propagandata sul web: la teoria cospirativa del falso allunaggio. Quella secondo la quale il programma Apollo non ha portato gli astronauti americani sulla Luna. Le missioni Apollo non sarebbero mai partite, oppure si sarebbero limitate a orbitare intorno alla Terra, per poi tornare al suolo in un tripudio di menzogne date in pasto alla stampa. Qualcuno arriva addirittura a sostenere che il filmato sia palesemente falso in quanto pieno di errori e nel contempo lo attribuisce niente meno che a Stanley Kubrick, come se non si sapesse che Kubrick era un perfezionista dei più pedanti.

L'astronauta David Scott sulla Luna, missione Apollo 15.
Questa brutta foto si trova su vari siti complottisti
che la attribuiscono  all'Apollo 11. Invece è stata scattata
durante la missione dell'Apollo 15. Comunque, i complottisti
sostengono che sia la prova del fatto che l'allunaggio è stato
girato in studio. Perché? Perché le ombre non sono
parallele.  Perché le ombre sarebbero parallele, secondo
loro. Dovevano essere assenti da scuola quando si parlava
di Rinascimento, prospettiva e punto di fuga.
In tutto questo, naturalmente, i Sovietici non si sarebbero accorti dell'imbroglio. Oppure, scoprendo il raggiro, non avrebbero rivelato niente a nessuno. Perché un'occasione così per fare a pezzi la credibilità dell'avversario capita tutti i giorni, non c'è bisogno di scomodarsi per una sciocchezza come un finto allunaggio... Sarcasmo a parte, in pratica l'idea dei complottisti è che l'URSS avrebbe retto il bordone all'avversario.

Quanto poi agli argomenti a sostegno di questa curiosa posizione l'unica cosa che si può dire è che sono di una pochezza rara. Mi piacerebbe scrivere un post per descriverli in breve e smontarli ancora più in breve, ma il Paese degli Sputnik non è il posto adatto per un'operazione del genere. Mi limito a dimostrare l'infondatezza dell'argomento delle ombre non parallele nella didascalia della foto qui a lato. Vi posso però segnalare un buon libro sul complotto lunare: Luna? Sì, ci siamo andati! La pubblicazione è disponibile nel formato a stampa e in quello elettronico. L'ebook è presente in tutte le estensioni: troverete di sicuro quella che fa al caso vostro. In più il pdf a bassa risoluzione si scarica gratis. L'autore del libro è Paolo Attivissimo, un eroe della lotta alle bufale della rete.

Inoltre è ormai quasi pronto un testo del CICAP sulla leggenda dei cosmonauti perduti, non perdetevelo. AGGIORNAMENTO del 19/10/2013: il libro del CICAP, a firma di Boschini, è disponibile in formato cartaceo ed elettronico: Il mistero dei cosmonauti perduti, di cui il paese degli Sputnik presenta una recensione.

7 commenti:

  1. Citando Attivissimo come eroe della lotta alle bufale ti sei dato la zappa sui piedi....ma come, Attivissimo, il più noto spacciatore di bufale per difendere versioni ufficiali indifendibili....ma dai....

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    1. Per ora tutte le versioni "ufficiali" (ma ufficiali di chi?) reggono abbondantemente, mentre i complottisti delirano ognuno per conto proprio su una versione diversa. L'allunaggio è vero, i voli sovietici pure - senza stermini, cosmonauti perduti o americani che girano la versione finta grazie a Kubrick. Il mondo gira così, sono spiacente: gira in maniera scientifica.

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  2. telemetria ... !?!?! di cosa ?!?!?! ... a quel tempo c'erano solo radio a valvole e un paio di canali per i russi ...
    comunicazioni radio via radiotelescopio !?!?! ... ma sai quello che dici o spari a caso !?!?!

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    1. Il radiotelescopio di Jodrell Bank è operativo dal 1957: ha tracciato pure lo Sputnik - lo trovi anche sulla wikipedia in inglese, oltre che sui libri di storia dell'esplorazione spaziale.

      Quanto alla telemetria "senza fili", ti do questo triste annuncio: la si pratica dagli anni '30. I lanci dei cosmonauti sono degli anni '60. Quindi sì, c'era la telemetria.

      Torna pure a trovarci!

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  3. Bellissimo post, l'ho trovato molto interessante ed è anche scritto bene.
    Grazie.

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  4. https://www.youtube.com/watch?v=gzZGaGVcsjs

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